Aree Interne e “internati” (nelle Rsa e a domicilio) ai tempi del Coronavirus

Palestra della Mente Montessori - A fine seduta due donne si scambiano il lavoro all'uncinetto che hanno fatto - un grande gesto di resistenza

Palestra della Mente Montessori – A fine seduta due donne si donano l’un l’altra il piccolo lavoro  all’uncinetto creato in mattinata, compiendo un grande gesto di resistenza.

 “Alla domanda a Primo Levi su quanto frequente fosse pensare alla morte, quando era nel campo di sterminio, la sua risposta raggelante era che al campo di sterminio gli internati non pensavano mai alla morte. Non c’era tempo per pensare alla morte, perché tutti erano impegnati a sopravvivere. Se tutti, davvero tutti ci occupassimo solo della sopravvivenza, allora non avrebbe più senso occuparsi della vita (e della morte). La sopravvivenza non può essere pensata, ma solo agita nella necessità, la quale nulla ha a che fare neanche con lo stato di eccezione. [1]

“Se potessi tornare indietro direi a mia figlia di farmi restare a casa. Certo non potevo immaginare di finire in un luogo del genere. Apparentemente tutto pulito e in ordine, ci sono anche alcune persone educate, ma poi di fatto noi siamo solo numeri, per me è stato come entrare già in una cella frigorifera. C’è un’altra cosa ancora più grave che uccide: l’assenza del più minimo rispetto per l’altro”. Tratto da una lettera di una persona che viveva in una Rsa.

In Italia, circa 21 anziani su 1.000 sono ospiti delle strutture residenziali socio-assistenziali e socio-sanitarie (Rsa) e circa 16 ogni 1.000 anziani residenti sono in condizione di non autosufficienza. Tra gli ospiti anziani più della metà sono ultra ottantacinquenni e in tre casi su quattro sono donne [2].

Il 20% degli ultra 65enni che vive a casa ha difficoltà nella cura alla persona, il 44,7% ha almeno una condizione cronica grave e il 49,6% ne ha tre o più. Circa il 10% ottiene assistenza domiciliare (sia sanitaria che non). Poi ci sono gli anziani che vivono soli, che, tra gli ultra 75enni, ammontano al 38% [3].


[1] La scelta di vivere o sopravvivere in tempo di pandemia Il Manifesto 08/04/2020

[2] ISTAT Presidi residenziali socio-assistenziali e socio-sanitari 2018 – dati 2015

[3] ISTAT Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione Europea 2017 – indagine EHIS 2015

 

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COME HA AGITO L’EPIDEMIA IN ITALIA, CHI HA COLPITO?

Flu SorveglianzaIn sintesi, l’83,5% dei decessi per Coronavirus avviene alle persone con 70 anni e più (6 volte quello dei più giovani). Dai dati della mortalità per età possiamo dire che il “Codiv-19 falcia soprattutto le persone più fragili” (come ha detto la virologa Ilaria Capua). Sapevamo già che le persone fragili sono prevalentemente anziane, con più condizioni croniche e in gran parte sole o in strutture residenziali. La mortalità di questa popolazione è progressivamente più alta con l’avanzare dell’età e il virus influenzale ha da anni rappresentato “la goccia che fa traboccare il vaso”, già nelle stagioni invernali degli ultimi anni. Ciò è stato confermato, in modo più aggressivo, quest’anno: il Codiv-19 ha falciato gli stessi fragili di una stagione, in due mesi.

 

LA PANDEMIA DA CODIV-19 CI HA INSEGNATO CHE SIAMO TUTTI FRAGILI?

Serve allora soffermarsi su un quadro complessivo e individuare cosa non ha funzionato e cosa possiamo fare per la fase post-epidemica per adattarci a questa nuova situazione epidemiologica.

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Gli amanti – 1928 René Magritte

Lidia Goldoni [4] ha sottolineato che l’eccesso di mortalità tra gli anziani è dovuta non solo alla pessima gestione dell’epidemia, ma anche allo stato di abbandono a se stesse delle persone più fragili e vulnerabili. “C’è un convitato di pietra in tutte le informazioni sull’andamento dell’epidemia di Covid-19. È sempre presente, muto, silenzioso, senza identità. È il paziente vecchio, identificato dall’età, per fare una media statistica, e dal numero delle sue patologie, per dare una parvenza scientifica.”

Gli anziani, in questa crisi, sono stati lasciati soli. Ognuno di loro è rinchiuso nella propria stanza senza poter uscire, senza contatto con gli altri residenti e senza ricevere alcuna visita dalla famiglia, il loro trasferimento in ospedale non è possibile, possono solo morire, in solitudine.

Foto_bw (125)“La morte è sempre insensata, ma morire senza funerali è la più grande assurdità” Franco Arminio

“Per tutta la durata dell’emergenza disporre il divieto di accedere alla struttura da parte di familiari e conoscenti, evitare l’invio dei residenti in ospedale, sospensione delle attività di gruppo e della condivisione di spazi comuni all’interno della struttura.” Alcune delle indicazioni per il controllo del Coronavirus nelle Rsa emanate dall’ISS e dal Ministero della Salute il 18/04/2020 [5]

Però gli anziani non sono tutti esposti nella stessa misura all’epidemia, non hanno tutti lo stesso rischio a parità di età e sono vulnerabili alle conseguenze letali in modo differente.

numero-di-patologieLa conferma arriva esaminando i dati di letalità dell’Istituto Superiore di Sanità, che mostrano chiaramente la distribuzione disomogenea del tasso di letalità (che in Italia è del 12,6%, il più alto al mondo): il 14,4% dei decessi presentava una patologia cronica, il 20,7% ne presentava due e il 61,3% aveva tre i più condizioni croniche. Questi dati, però, non sono omogenei per tutta la popolazione anziana. Ad esempio le persone > 65 anni con tre o più condizioni croniche sono il 34% più frequenti al Sud che al Nord, sono il 61,3% più di basso livello di istruzione e sono il 37,2% più frequenti nel quintile di reddito più basso.[6]

Infine, come mostrato dal grafico dei decessi estivi e invernali degli ultimi 10 anni, da 2015 si è verificato un aumento di due punti percentuali della mortalità correlata a questi fattori.

Istat Mortalità inverno estate


[4] Lidia Goldoni Il convitato di pietra Salute Internazionale 01/04/2020

[5]  Circolare del Ministero della Salute 18 aprile contenente le “Indicazioni ad interim per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 in strutture residenziali sociosanitarie

[6] ISTAT Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell’Unione Europea 2017indagine EHIS 2015

CHE COS’È LA FRAGILITÀ? COME RI-DEFINIAMO ORA LA SALUTE?

Alla secolare transizione epidemiologica della fragilità del XX secolo, negli ultimi decenni sono associati ulteriori significativi cambiamenti che hanno influenzato la nostra salute, come:

  • le crescenti disuguaglianze (si è passati da diseguaglianze tra paesi – primo e terzo mondo – a diseguaglianze più accentuate all’interno dei singoli paesi);
  • la mobilità globalizzata ed i flussi migratori imponenti;
  • i nuovi modelli di consumo e di comunicazione;
  • i cambiamenti ambientali e del clima globale.

Folon (7)Queste trasformazioni agiscono sulla salute attraverso i cambiamenti sociali, economici e demografici che si ripercuotono sulle condizioni lavorative, sui contesti educativi, sui modelli familiari e sul tessuto sociale e culturale delle comunità, e influenzano le condizioni di vita di ognuno di noi.

E’ emersa negli ultimi anni l’esigenza di sostituire la storica definizione di salute con una più adatta alla nostra epoca: “la capacità di adattarsi e autogestirsi[7] [8].

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[7] Machteld Huber et al. How should we define health? BMJ 2011;343:d4163

[8] Marielle Jambroes et al. Implications of health as ‘the ability to adapt and self-manage’ for public health policy: a qualitative study; European Journal of Public Health, Volume 26, Issue 3, June 2016, Pages 412–416

COSA POSSIAMO FARE NELLA FASE POST-EPIDEMICA, DI RIAPERTURA AL FUTURO PER I CONFINATI?

Per tutti gli “internati” fragili nelle Rsa e a domicilio e per le Aree Interne, possiamo sviluppare una qualità profondamente umana definita “Hesed“, in ebraico, significa “gentilezza amorevole”, che non è solo un’emozione. “E’ un tipo di azione che intraprendiamo per aiutare coloro che hanno problemi di malattia, dolore o sofferenza emotiva. E’ difficile in questo momento, perché tradizionalmente la gentilezza amorevole è presenza, l’essere fisicamente presenti per gli altri.”[9]

(Clicca qui per leggere la traduzione integrale dell’articolo)

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[9] Sarah Hurwitz – How to show ‘lovingkindness’ despite social distancing – Washington Post 13 Aprile 2020

PALESTRA DELLA MENTE MONTESSORI DOPO L’EMERGENZA DA CORONAVIRUS

“Prendiamo nota di tutti i dettagli di una malattia, ma non ci rendiamo conto delle meraviglie della salute.” (Maria Montessori 1870-1952)

Dobbiamo acquisire quindi una nuova consapevolezza: accettare la nostra fragilità, accettare che la nostra salute è fragile, ce ne rendiamo conto solo ora, in corso di epidemia, quando comprendiamo che la sofferenza e la morte sono solo e unicamente nostre, non ce le toglie nessuno.

Foto_bw (30)Le evidenze emerse durante l’epidemia, in merito all’approccio esclusivamente ospedaliero per il contrasto all’epidemia adottato dalla Regione Lombardia (e il relativo contenimento delle Regioni Emilia Romagna e Veneto, dove esiste una migliore rete di cure primarie), la drammaticità della situazione negli Stati Uniti (dove non esiste un servizio territoriale, tanto meno di Sanità Pubblica), indicano chiaramente, e non fanno che consolidare, che è necessario adottare il modello di assistenza centrata sulla persona, cioè orientata al potenziamento delle sue capacità residue, all’attenzione, al rispetto e alla dignità della persona fragile,  alla necessità di continue e prolungate interazioni inter-personali, alla scrupolosa considerazione delle sue capacità di adattamento all’ambiente (interno ed esterno) e di autocura.

L’epidemia di Codiv-19 ha confermato la bontà delle iniziative sperimentate con il nuovo modello proattivo per la fragilità nell’Area Interna Basso Sangro Trigno: la telesalute, gli infermieri e ostetriche di comunità, la Palestra della Mente Montessori e, in generale, il sostegno socio-sanitario alla fragilità nei luoghi di vita della popolazione più fragile, identificata e monitorata dal Sistema Informativo Socio Sanitario Territoriale.

Foto_bw (35)Centrale 118Questo modello non può fare a meno, anzi deve essere integrato con l’adozione organizzata della tecnologia e-health e, come indicano gli studi internazionali [10], dalla presenza da remoto di un operatore che pro-attivamente si prende cura  della persona, con l’ausilio del teleconsulto, della verifica dell’aderenza alla terapia, del monitoraggio elettronico dei parametri clinici (*) e, soprattutto, della presenza nominativa, periodica da remoto, di un professionista, che, con gentilezza amorevole, tranquillizza e rafforza le capacità intrinseche di adattamento e l’auto cura.

(*) In proposito è illuminante il recente articolo di Paolo Costa La lotta al coronavirus nelle aree isolate? App e telemedicina Buone notizie – Corriere della Sera

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Come sosteneva fin dal 1909 Maria Montessori (Medico e Psichiatra – tra le prime in Italia –  prima di diventare pedagosìgista), “l’educazione è fondamentalmente un contatto di anime e l’insegnante deve sentire rispetto e simpatia per il bambino … poi l’attività può trovare i mezzi scientifici e materiali”, diremmo oggi tecnologici. Se sostituiamo i soggetti insegnante=curante, bambino=persona fragile, ecco quale senso ha la Palestra della Mente Montessori.

“La Palestra della Mente Montessori, l’innovativo progetto  attivo nell’area del Basso Sangro-Trigno, in Abruzzo, che si prende cura gli anziani affetti da disturbi della memoria e delle loro famiglie. Si tratta infatti di zone interne dove oltre il 50% della popolazione è composta da anziani. Di conseguenza vi è un elevato numero di ricoveri e carenza del coordinamento dei servizi a loro dedicati.

Negli incontri si illustrano attività e pratiche basate sul metodo Montessori che poi potranno anche essere facilmente replicate a casa degli anziani stessi.” [11] [12]

Per questi motivi, dopo l’interruzione degli incontri in presenza per via dell’epidemia, intendiamo riprendere le attività di cura e presenza, da remoto, usando la tecnologia, sia per le persone fragili che per che li assiste, con bene chiara in testa “l’idea, al tempo stesso alta e concreta, del bene comune”.

Folon (4)


[10] Covid-19: a remote assessment in primary care –  BMJ 25 March 2020

[11] Sara Ficocelli Assistere gli anziani col metodo Montessori: la rivoluzione arriva dall’Abruzzo La Repubblica 27/01/2020

[12] Francesca Biagioli Il metodo Montessori funziona anche con gli anziani. In Abruzzo il progetto che aiuta le persone affette da demenza – Greenme.it 29/01/2020