Cosa possiamo fare nella fase post-epidemica, di riapertura al futuro, per i confinati?

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Jean-Michel Folon (1934-2005)

 

Per tutti gli “internati” fragili nelle Rsa e a domicilio e per le Aree Interne, possiamo sviluppare una qualità profondamente umana definita “Hesed“, in ebraico, significa “gentilezza amorevole“, che non è solo un’emozione. “E’ un tipo di azione che intraprendiamo per aiutare coloro che hanno problemi di malattia, dolore o sofferenza emotiva. E’ difficile in questo momento, perché tradizionalmente la gentilezza amorevole è presenza, l’essere fisicamente presenti per gli altri.”[1]

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Questa qualità è anche declinata come “prendersi cura”, personalizzare le cure, “vuol dire adattare i modelli ai bisogni delle persone e non vice versa. Fare un serio piano di investimenti sia tecnologici sia infrastrutturali, investire sui professionisti che vivono e operano sul territorio responsabilizzandoli e formandoli.”[2]

Folon (8)“Si sono sviluppate imprese sociali nei settori dell’agricoltura, della ristorazione, dell’accoglienza, del turismo, in cui decine e decine di donne e uomini provenienti dall’area del “disagio” sono stati restituiti alla contrattualità sociale, aspetto dirimente, ci ha insegnato Basaglia, per contrastare la riproposizione di logiche istituzionali … Tuttavia (dopo il Codiv-19), anche a fronte delle tragedie che hanno coinvolto l’universo delle strutture residenziali, evitando semplicistiche omologazioni di tutta questa complessa realtà e lasciando, per alcuni casi, agli organi inquirenti la necessità di verificare eventuali responsabilità, emerge la necessità di rivedere l’impostazione stessa, concettuale e pratica, del nostro sistema di assistenza per le persone fragili.”[3]

Foto_color (23)«A queste competenze di base, oggi, dobbiamo affiancarne di nuove: quelle che ci permetteranno, se davvero sapremo far leva sulle tecnologie avanzate, di da un supporto alla cura e alla salute di tutti». Ma con un punto imprescindibile: dobbiamo partire dal fatto che queste tecnologie devono incorporare un’idea al tempo stesso alta e concreta di bene comune. Troppo è stato sacrificato in nome del “privato”.[4]

“A partire dalla crisi del 2008, abbiamo assistito ad una crescita del numero di soggetti e organizzazioni che si impegnano quotidianamente nei contesti nei quali vivono per combattere le crescenti diseguaglianze sociali causate proprio da quella crisi. Questa cosa è particolare visibile in quelle che vengono chiamate Aree interne, i luoghi più lontani dalle città, dove gruppi di cittadini e amministratori, più o meno organizzati, hanno provato a sopperire alla scarsità dei servizi di cittadinanza essenziali, sanità, scuola, trasporti, attraverso microprogetti di welfare di comunità. È cresciuta contemporaneamente, da parte di questi soggetti, la consapevolezza che per non rimanere esperienze isolate, destinate al fallimento, fosse necessario, proprio in quello che è stato definito il secolo delle metropoli globali, dare alle aree marginali una nuova centralità nelle politiche e nel pensiero dei cittadini- È il momento di promuovere una mobilitazione cognitiva generale: la rete, come stiamo imparando in questi mesi, può diventare il veicolo per questa mobilitazione. Costruire Strategie in maniera condivisa, è la maniera giusta di pensare e ripensare il Paese, di aumentarne la capacità di resistenza e adattamento”.[5]

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[1] Sarah Hurwitz – How to show ‘lovingkindness’ despite social distancing – Washington Post 13 Aprile 2020

[2] Antonio Gaudioso – Segretario generale di CittadinanzAttivaCosa vuol dire prendersi cura delle persone oggi?

[3]  La cura delle persone fragili nel mondo che verrà. L’esempio di Miro – Vita 16/04/2020  In questo stesso articolo si propone il “budget di cura” per un nuovo modello socio-sanitario, citando il viceministro alla Salute Sileri: «l budget di salute non è semplicemente un’alternativa ma una rivoluzione del pensiero, che pone al centro le persone fragili che non sono numeri di bilancio, non sono rette da pagare o peggio costi, ma sono persone».

[4] Paolo Benanti, esperto di etica applicata alle nuove tecnologie, in La cura è nella forza di tanti, piccoli gesti di grazia- Vita 16/04/2020

[5] Giovanni Carrosio, Daniela Luisi e Filippo Tantillo – Aree interne e coronavirus: quali lezioni? Rivista Pandora 18 Aprile 2020