Premessa epidemiologica
Il quadro epidemiologico della salute dei paesi occidentali evidenzia il progressivo prevalere delle patologie croniche degenerative correlate con l’invecchiamento della popolazione, la conseguente riduzione delle capacità di autonomia e l’aumento della vulnerabilità delle persone. Gli esperti internazionali suggeriscono di affrontare il maggiore carico assistenziale attraverso la stima del rischio individuale e la successiva individuazione dei soggetti a cui indirizzare interventi di prevenzione personalizzata. La Asl Lanciano vasto Chieti adotta il modello della Fragilità per contrastare quest’andamento. Si tratta di un modello statistico predittivo multivariato che permette di classificare i pazienti in base al rischio di fragilità e orientare il Piano di Assistenza Socio-sanitaria individuale.
Attesa di vita alla nascita
La tabella sull’attesa di vita alla nascita invita a riflettere sul fatto che complessivamente nell’intervallo di 176 anni (1838-2014) l’attesa di vita è aumentata di circa 40 anni, inoltre con il passare degli anni tale aspettativa aumenta sempre di più: si è passati da un aumento di circa 30 anni nei primi 136 anni, ad uno di 10 anni nei successivi 40 anni, senza significative differenze tra il genere maschile e femminile.
Piramide dell’età nelle Aree Interne
Il grafico illustra la distribuzione della popolazione delle Aree Interne per fasce di età: le linee più scure indicano la popolazione fragile, che risulta concentrata nelle fasce in età avanzata, in particolar modo nella classe che va dagli 80 agli 84 anni e maggiore nel genere femminile.
Ricoveri Ospedalieri Regione Abruzzo Anni 2005-2013
Questo grafico illustra il numero di ricoveri per classi di età, nelle quattro Asl abruzzesi in un decennio (si tratta di circa due milioni e mezzo di ricoveri): risulta evidente che le classi giovani (<40 anni) si ricoverano meno (da 100 a 150 ricoveri per 1000 ab.) di quelle più anziane, senza significative differenze tra le Asl. Il tasso aumenta con l’avanzare dell’età (con il picco nella classe 81-90) ma non in modo uniforme in tutte le Asl: questo dato sta ad indicare un diverso stile nell’utilizzo dell’ospedale da parte dei soggetti fragili e di conseguenza, un differente utilizzo delle strutture territoriali.
Dal grafico successivo si può notare che negli ultimi 10 anni lo stile di trattamento delle persone anziane non sia significativamente cambiato: la modalità di cura delle fasce in età avanzata risulta essere per la maggior parte dei casi il ricovero ospedaliero.
“Si può notare che il tasso di ospedalizzazione risulta in generale diminuito nel corso degli anni, ad eccezione per la classe di anziani over 80; Questo dato invita a riflettere sulla considerazione che sia non solo auspicabile , ma anche necessaria, l’integrazione tra cure ospedaliere e servizi territoriali”
Questo grafico indica le diverse modalità di dimissione ospedaliera per classi di età: per quanto riguarda le classi in età avanzata è possibile notare che la maggior parte di essa viene dimessa “a domicilio”. Questo dato invita a riflettere sul fatto che l’utilizzo dell’ospedale per la persone anziane dovrebbe evolversi, modificarsi ovvero integrarsi con il territorio a partire dalle modalità di dimissione.
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